Quali e quando
“Per quanto mi riguarda, se un libro è scritto bene, lo trovo sempre troppo breve”
(Jane Austen, Catharine, ovvero la pergola, 1792)
A me gli occhi!
La copertina è una delle parti più importanti e curiose di un libro.
Oltre a un semplice valore estetico, essa ha una funzione fondamentale, quella di attrarre su di sé l’attenzione di chi la osserva.
Potremmo immaginarla come una sorta di stravagante biglietto da visita: essa comunica qualcosa, apre un piccolo spiraglio sul testo che racchiude e, così facendo, cattura l’interesse del lettore.
Ogni elemento che la compone, dunque, – dalle immagini, ai colori, fino alle parti scritte – deve essere scelto con estrema cura, tenendo sempre presente cosa e a chi vogliamo comunicare.
Ma quali sono gli ingredienti giusti?
In questo articolo, vorrei rispondere a una domanda posta spesso dalle allieve e dagli allievi del corso, ovvero: quali sono i caratteri più adatti per realizzare la copertina perfetta?
Le tipologie di carattere
È importante innanzitutto fare un po’ di chiarezza nel vasto mondo dei caratteri.
I caratteri (o font) si dividono in tre gruppi:
– i caratteri con le grazie (o serif, in inglese): sono dei font piuttosto tradizionali, riconoscibili per i piccoli allungamenti alla fine del tratto. Tra questi, ad esempio, ricordiamo il Garamond, il Bodoni e altri.
– i caratteri senza le grazie (o sans serif, in inglese): definiti anche “a bastone”, sono dei font più moderni e tecnici, che presentano un diverso spessore del tratto. Tra questi vi sono l’Arial, l’Helvetica e altri.
– i caratteri decorativi: sono dei font più creativi, caratterizzati da un tratto personale, come se fossero stati disegnati a mano.
Generalmente i caratteri con le grazie sono indicati nei testi molto lunghi: la loro forma, infatti, li rende ben leggibili e non troppo stancanti per l’occhio durante la lettura. Al contrario, tendiamo a preferire un carattere “a bastone” per i testi più brevi, come quelli di saggistica o di manualistica. I font decorativi, invece, hanno una leggibilità molto ridotta e, data la loro natura fantasiosa, sono più adeguati alla scrittura di titoli o di testi d’effetto.
La copertina: quali usare?
La copertina di un libro non richiede una tipologia specifica di carattere. In sostanza: è questione di gusti! (E di mode, spesso).
In generale, ciò che più conta è dare spazio ai contrasti: come accade con i colori, infatti, l’unione di due elementi diversi – ad esempio, l’accostamento tra un carattere con le grazie e uno senza le grazie – riesce a dare movimento all’insieme e a suscitare maggior interesse in chi osserva.
Il mio consiglio, perciò, è quello di evitare la monotonia e sperimentare più possibile, combinando le varie tipologie di carattere, fino a scoprire gli incastri più efficaci.
Attenzione però a non esagerare!
Eccedere nella quantità e nella varietà, soprattutto in una copertina, non è mai la soluzione migliore.
