“La vera ed autentica eloquenza non è ampollosa né gonfia, nasce invece dalla semplicità”.
Gaio Petronio Arbitro, Satyricon, I sec. d.C.
Quando affrontiamo la lettura dei classici, spesso siamo stupiti dalla loro data. Nonostante siano stati scritti anni o secoli fa, restano attuali nell’indagine dell’animo umano.
Nei gruppi di lettura che ho condotto e che conduco, talvolta gli allievi mi chiedono quale sia il romanzo più antico mai scritto.
A volte nasce confusione nei nostri ricordi di scuola, perché dimentichiamo che i grandi poemi del passato erano scritti in versi (mentre noi ne ricordiamo di solito la parafrasi).
Le prime forme di espressione scritta, infatti, non sono stati i romanzi, bensì i poemi come Iliade, Odissea, L’epopea di Gilgames e altri.
Ma per andare a indagare nel genere letterario a noi caro – il romanzo – dobbiamo cercare le sue tracce all’incirca duemila anni fa, nel periodo tardo-ellenistico.
CHE COSA DISTINGUE QUESTO GENERE LETTERARIO DAL POEMA?
Le prime forme di letteratura in prosa, ovvero gli “antenati” di quello che oggi siamo soliti considerare un romanzo, nascono durante il periodo dell’antichità. I più lontani antecedenti sono la letteratura orientale e quella del periodo tardo-ellenistico, delle quali, tuttavia, non rimangono che poche tracce e brevi testi incompleti.
Rispetto alla poesia, il romanzo antico presenta dei caratteri particolari:
- Un pubblico più vasto rispetto alla letteratura tradizionale
- Il tema dell’amore contrastato
- Varie peripezie da affrontare
- Un ambiente bucolico o esotico
Un esempio calzante sono le Favole Milesie, raccolta di novelle attribuite ad Aristide di Mileto, delle quali sono rimasti soltanto pochi frammenti in altre opere successive. Esse dovevano essere molto note all’epoca e diffuse oralmente fin dal I o II sec a.C. tra le popolazioni mediterranee.
QUALI SONO I PRIMI ROMANZI DELL’ANTICHITÀ CHE CI SONO PERVENUTI?
Nonostante i duemila anni di distanza, le parole dei romanzieri dell’antichità non sono del tutto scomparse. I più noti sono oggi due autori latini, Petronio e Apuleio, che sono stati capaci di lasciare un’impronta significativa nel corso della storia.
Vissuto nel I secolo d.C., Gaio Petronio Arbitro fu autore del Satyricon, un’opera scritta in parte in prosa, in parte in versi e giunta fino a noi incompleta. I pochi frammenti che abbiamo non ci permettono di ricostruire con chiarezza la trama, ma rappresentano preziosi tasselli di un “testo realistico”, il primo che ci sia pervenuto, contenente precise descrizioni di luoghi e di persone. All’interno di questo testo sono stati trovati riferimenti alle Favole Milesie. Oggi possediamo tre gruppi di frammenti: uno più ampio, la Cena Trimalchionis, gli excerpta vulgaria (una serie di frammenti brevi) e i frammenti lunghi.
Del II secolo d.C. è invece il celebre romanzo di Lucio Apuleio, le Metamorfosi (o L’asino d’oro), l’unico a esserci pervenuto in forma completa. L’opera narra le avventure di Lucio, un giovane che, per errore, viene trasformato in asino da una maga. Tra magia, comicità ed episodi di struggente tragicità, la sua storia, centrale lungo tutto il romanzo, si affianca ad alcune novelle, raccontate dal protagonista e dagli altri personaggi, la più famosa delle quali è indubbiamente la favola di Amore e Psiche.

Se vuoi conoscere meglio i classici della letteratura e chiacchierare di libri insieme a noi, questo è il momento migliore: parliamo di libri, insieme!
Oggi Scrivo Io ha creato uno spazio speciale per le persone che amano i libri: il gruppo di lettura “Sulle tracce dell’autore”, dove incontrerai in aula virtuale lettrici e lettori che desiderano conversare insieme sui libri scelti di volta in volta.